martedì 12 febbraio 2013




Dimissioni....






È di ieri la notizia della rinuncia al pontificato di papa Benedetto XVI: ”Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio - prosegue il testo - sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di San Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell'animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato”. 

Oggi su molti giornali si leggono interpretazioni complottistiche di ogni genere; certamente rimane il fatto che abbia scelto di dimettersi l’11 febbraio; Giornata Mondiale del Malato e che da tempo avesse sostenuto la necessità che un papa accettasse di rimettere il mandato qualora venissero meno le capacità fisiche e mentali per “ad navem Sancti Petri gubernandam”. Già nel 2008 scriveva: Se un Papa comprende di non essere più in grado fisicamente, psicologicamente e spiritualmente, di assolvere ai doveri del suo ufficio, allora ha il diritto e, in alcune circostanze, anche l'obbligo di dimettersi". Sempre nello stesso libro, il papa aveva risposto ad una domanda su sue possibili dimissioni nel mezzo delle polemiche per lo scandalo degli abusi fatti da religiosi, spiegando che "non ci si dimette in un momento di pericolo, solo in un momento di serenità o quando semplicemente non ce la si fa più"; e prima ancora nel 2002 in una situazione piuttosto delicata (Wojtyla entrava e usciva dal Gemelli) ammise la possibilità che Giovanni Paolo II potesse dare le dimissioni “se vedesse di non poter assolutamente farcela più”. 

Personalmente ritengo che siano queste le ragioni profonde della sua volontà di rinunciare al pontificato (forse già velatamente annunciato nel 2009 quando deponeva il mantello pontificio sulla tomba di Celestino V ultimo papa santo a dimetters nel 1294 davanti ad alcuni cardinali, per l’età e la fatica). Certamente in prospettiva questa scelta rivoluzionaria costringerà i papi in futuro a tenere conto della possibilità di una scelta tanto radicale. Alcuni oggi scrivono che egli lasci per non essere riuscito a cambiare la curia; coinvolta dagli scandali dello Ior, della pedofilia, di Vaticanleaks; certamente se così in effetti fosse -e la citazione al governo della barca di San Pietro potrebbe fare implicito riferimento a questi aspetti- le sue dimissioni potrebbero aprire la strada a una ondata di dimissioni di cardinali e certamente molto potrà essere chiarito sulla base del prossimo Conclave e del nuovo pontefice che ne uscirà eletto. Ad oggi io dico che il candidato più probabile è Angelo Scola, arcivescovo di Milano e Ciellino convinto; spero di sbagliarmi..

2 commenti:

  1. Ma avevo sentito dire che dopo il papa nero sarebbe tornato Pietro ed invece secondo te ci mandano un semplice Angelo. Manco un Arcangelo proprio soltanto l' Angelo dello scolo che apre a due possibili interpretazioni della profezia malachiana: O si tratta dello scolo inteso come malattia venerea ed in questo caso speriamo che la pederastia rimanga in uso in vaticano durante il suddetto papato così se lo prendono tutti. Oppure si riferisce allo scolo fognario attraverso cui dopo il giudizio finale passeranno i reietti porporati per aver abusato in vita (oltre che di tanti esseri umani di età ancora non consona a certe pratiche)della loro presunta vicinanza al demiurgo per diffondere menzogna e dolore con la scusa della redenzione. P.

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  2. senza peli sulla lingua...
    La profezia di Malachia non è chiara; perché il riferimento al Caput nigrum compare solamente in un libro del 2004; per altro la profezia non è indiscutibilmente attribuita a Malachia di Armagh ma potrebbe in effetti essere un falso del XVI secolo.

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